Il libro raccoglie i risultati di uno studio sui poemi cavallereschi di materia carolingia stampati alla fine del Quattrocento. La letteratura cavalleresca ha avuto una lunghissima tradizione e proprio nella dinamica tra conservazione e innovazione ha saputo interpretare i cambiamenti del modo in cui l’Europa cristiana ha guardato all’Altro, in particolare il non cristiano che abitava l’altra sponda del mare Mediterraneo. Qui, tra Medio Oriente e nord Africa, è ambientata la maggior parte delle storie dei paladini di Francia, le loro guerre, gli accordi di pace, le alleanze e anche gli amori. In quest’epoca, a partire dagli anni Settanta del XV secolo, la stampa è alle sue prime prove, ma già dispiega tutto il suo potenziale: è usata come strumento di ampia e rapida diffusione di notizie e testi scritti, ha un impatto sulla creazione di un nuovo pubblico, su nuove abitudini di fruizione e lettura e così via. Il XV secolo vede anche crescere il pericolo di un’invasione turca dell’Europa, a partire dalla caduta di Costantinopoli (1453) e dalla conquista della Grecia e della Serbia da parte di Maometto II (1430-1481), fino alla violazione della penisola italiana nel 1480, con l’assedio di Otranto. Questa situazione genera un allarme profondo nelle città italiane: dalle voci dei predicatori, alle cronache cantate dai cantimpanca, il pericolo turco assume realtà e concretezza anche politica: i Turchi arriveranno a Roma? I cristiani riusciranno a superare particolarismi e divisioni e a creare una grande coalizione vincente? Il poema cavalleresco di materia carolingia narra le vicende delle guerre vittoriose dei cristiani contro i Saraceni e, attraverso le storie che racconta, dà una rappresentazione efficace e concreta dei sentimenti e delle posizioni circolanti; lo fa all’interno di uno “spazio” rappresentativo collettivo, perché indistinto e collettivo è il pubblico cui il narratore si rivolge in opere che rimangono significativamente anonime. Proprio in questo “spazio collettivo”, in poemi spesso composti da artigiani dell’ottava rima e da canterini che lavorano tra le stamperie e le piazze, i progetti, le speranze, l’ansia che la contrapposizione genera trovano una rappresentazione attraverso una rilettura di figure che appartengono alla tradizione cristiana ed europea, quali Carlo Magno, Orlando, Rinaldo e gli altri paladini cristiani. In particolare in questi poemi viene rappresentato un rapporto molto complesso con l'Altro: alla contrapposizione infatti si affianca la possibilità della negoziazione e del riconoscimento reciproco. Le storie carolinge, la rappresentazione dell’Altro, la guerra e gli amori, le alleanze e le amicizie tra uomini e donne di religione diversa divengono parte anche della tradizione dei grandi poemi cavallereschi del Rinascimento italiano, che rielaboreranno tutti questi elementi e li trasformeranno profondamente. I poemi di Pulci e Boiardo, composti alla fine del Quattrocento, e poi Francesco Cieco autore del Mambriano, Ariosto e Tasso, pur nella profonda diversità, mantengono una sorta di continuità profonda con questa letteratura, che è popolare, ma circola anche tra gli intellettuali. La produzione cavalleresca a stampa di fine Quattrocento viene dunque esaminata da diversi punti di vista: quello storico (storia politica e relazioni internazionali, propaganda) quello della storia culturale e dei mezzi di comunicazione di massa (rapporto tra stampa e cultura orale, organizzazione paratestuale dei libri a stampa), quello più specificatamente letterario (strumenti di rappresentazione, strategie retoriche, costruzione dei personaggi) e di storia della tradizione letteraria (topoi e loro adattamento, rapporto con la tradizione italiana ed europea). La ricerca vuole essere un contributo alla storia dell’immaginario e delle relazioni – reali o fittizie – con l’Altro che, cinquecento anni fa come ora, arriva dall’altra parte del mare Mediterraneo.

I cristiani e gli Altri. Guerre di religione, politica e propaganda nel poema cavalleresco di fine Quattrocento / Perrotta, Annalisa. - STAMPA. - (2017).

I cristiani e gli Altri. Guerre di religione, politica e propaganda nel poema cavalleresco di fine Quattrocento

Annalisa Perrotta
2017

Abstract

Il libro raccoglie i risultati di uno studio sui poemi cavallereschi di materia carolingia stampati alla fine del Quattrocento. La letteratura cavalleresca ha avuto una lunghissima tradizione e proprio nella dinamica tra conservazione e innovazione ha saputo interpretare i cambiamenti del modo in cui l’Europa cristiana ha guardato all’Altro, in particolare il non cristiano che abitava l’altra sponda del mare Mediterraneo. Qui, tra Medio Oriente e nord Africa, è ambientata la maggior parte delle storie dei paladini di Francia, le loro guerre, gli accordi di pace, le alleanze e anche gli amori. In quest’epoca, a partire dagli anni Settanta del XV secolo, la stampa è alle sue prime prove, ma già dispiega tutto il suo potenziale: è usata come strumento di ampia e rapida diffusione di notizie e testi scritti, ha un impatto sulla creazione di un nuovo pubblico, su nuove abitudini di fruizione e lettura e così via. Il XV secolo vede anche crescere il pericolo di un’invasione turca dell’Europa, a partire dalla caduta di Costantinopoli (1453) e dalla conquista della Grecia e della Serbia da parte di Maometto II (1430-1481), fino alla violazione della penisola italiana nel 1480, con l’assedio di Otranto. Questa situazione genera un allarme profondo nelle città italiane: dalle voci dei predicatori, alle cronache cantate dai cantimpanca, il pericolo turco assume realtà e concretezza anche politica: i Turchi arriveranno a Roma? I cristiani riusciranno a superare particolarismi e divisioni e a creare una grande coalizione vincente? Il poema cavalleresco di materia carolingia narra le vicende delle guerre vittoriose dei cristiani contro i Saraceni e, attraverso le storie che racconta, dà una rappresentazione efficace e concreta dei sentimenti e delle posizioni circolanti; lo fa all’interno di uno “spazio” rappresentativo collettivo, perché indistinto e collettivo è il pubblico cui il narratore si rivolge in opere che rimangono significativamente anonime. Proprio in questo “spazio collettivo”, in poemi spesso composti da artigiani dell’ottava rima e da canterini che lavorano tra le stamperie e le piazze, i progetti, le speranze, l’ansia che la contrapposizione genera trovano una rappresentazione attraverso una rilettura di figure che appartengono alla tradizione cristiana ed europea, quali Carlo Magno, Orlando, Rinaldo e gli altri paladini cristiani. In particolare in questi poemi viene rappresentato un rapporto molto complesso con l'Altro: alla contrapposizione infatti si affianca la possibilità della negoziazione e del riconoscimento reciproco. Le storie carolinge, la rappresentazione dell’Altro, la guerra e gli amori, le alleanze e le amicizie tra uomini e donne di religione diversa divengono parte anche della tradizione dei grandi poemi cavallereschi del Rinascimento italiano, che rielaboreranno tutti questi elementi e li trasformeranno profondamente. I poemi di Pulci e Boiardo, composti alla fine del Quattrocento, e poi Francesco Cieco autore del Mambriano, Ariosto e Tasso, pur nella profonda diversità, mantengono una sorta di continuità profonda con questa letteratura, che è popolare, ma circola anche tra gli intellettuali. La produzione cavalleresca a stampa di fine Quattrocento viene dunque esaminata da diversi punti di vista: quello storico (storia politica e relazioni internazionali, propaganda) quello della storia culturale e dei mezzi di comunicazione di massa (rapporto tra stampa e cultura orale, organizzazione paratestuale dei libri a stampa), quello più specificatamente letterario (strumenti di rappresentazione, strategie retoriche, costruzione dei personaggi) e di storia della tradizione letteraria (topoi e loro adattamento, rapporto con la tradizione italiana ed europea). La ricerca vuole essere un contributo alla storia dell’immaginario e delle relazioni – reali o fittizie – con l’Altro che, cinquecento anni fa come ora, arriva dall’altra parte del mare Mediterraneo.
2017
9788878062221
poema cavalleresco; Maometto II; turchi; Altobello; persiano; Falconetto; Uzun Hasan; Rinascimento; stampa; Ferrara; Venezia; propaganda
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
I cristiani e gli Altri. Guerre di religione, politica e propaganda nel poema cavalleresco di fine Quattrocento / Perrotta, Annalisa. - STAMPA. - (2017).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1029275
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